Endocrinologia

Occhio non vede…osso che duole: l’osteoporosi dalla diagnosi alla cura

Per osteoporosi si intende una malattia scheletrica sistemica che può colpire tutte le ossa dell’organismo, in particolare quelle che supportano il peso del corpo e che sono quindi soggette al massimo sforzo e al maggior rischio di frattura, come le vertebre e il femore. L’osteoporosi è caratterizzata da un contenuto anormalmente basso di minerali (essenzialmente, sali di calcio). E’ più frequente nel sesso femminile interessando circa una donna su quattro in età post-menopausale. Solo un uomo su otto è colpito da osteoporosi, dopo i 60 anni di età.
Questa patologia è sempre più frequente in relazione al maggior numero di anziani ed è diventata una delle maggiori voci di spesa per il sistema sanitario.
Per tale ragione è importante sottolineare l’importanza della prevenzione. Infatti, in molti casi, l’osteoporosi potrebbe essere prevenuta prendendo misure appropriate prima della sua comparsa.

Diagnosi

La diagnosi di osteoporosi si basa sulla misurazione del contenuto minerale osseo (BMC) e della densità minerale ossea (BMD), in particolari siti scheletrici (di solito vertebre lombari o estremità prossimale del femore). L’esame è chiamato densitometria ossea o mineralometria ossea computerizzata (MOC).
Attraverso queste tecniche diagnostiche è possibile ottenere un indice, chiamato T-score che “confronta” la densità minerale ossea del soggetto in esame con quello della popolazione di controllo composta da soggetti sani dello stesso sesso, e giovani adulti (l’età in cui si arriva al picco di massa ossea). Un valore di T-score superiore a -1 è considerato normale, fra -1 e -2,5 è definito “osteopenia”, e un valore inferiore a -2,5 è definito “osteoporosi”.
L’osteopenia deve sempre essere considerata un segnale d’allarme. Il trattamento di questa condizione è infatti volto ad evitare l’evoluzione a osteoporosi conclamata.

Prevenzione

La prevenzione dell’osteoporosi si basa su tre misure: adeguata assunzione di calcio, normale metabolismo della vitamina D, moderata ma regolare attività fisica.
Calcio, vitamina D e attività fisica rappresentano le basi non solo della prevenzione, ma anche del trattamento dell’osteoporosi. Ad esse è importante associare una terapia farmacologica adeguata scegliendo tra i farmaci attualmente disponibili tra cui i bisfosfonati (alendronato, risedronato, neridronato, ibandronato, clodronato, etc.), sono i più largamente utilizzati.

Infine, indipendentemente dall’età, soggetti affetti da malattie croniche o in terapia corticosteroidea cronica rappresentano una popolazione fortememnte a rischio per lo sviluppo di osteoporosi e  devono pertanto essere sempre monitorati e trattati adeguatamente.

 

Dott.ssa Guia Vannucchi, Medico Chirurgo, specialista in Endocrinologia e Malattie del Ricambio.