Nutrizione

La dieta chetogenica

La dieta chetogenica è utile sia per la prevenzione che come aiuto in patologie come obesità, diabete ed altre condizioni croniche.

Qual è l’obiettivo della dieta chetogenica (KD)?

La classica dieta chetogenica è composta principalmente da grassi (80-90%), il resto è ripartito in proteine (8-15%) e in quantità minima da carboidrati (2-5%).

L’obiettivo di questo approccio alimentare terapeutico è quello di portare il corpo in una condizione metabolica che mima lo stato del corpo in condizioni di digiuno, senza però comprometterne la capacità di crescita.

L’energia viene quindi prodotta attraverso l’utilizzo del grasso presente nel corpo o dai grassi assunti con la dieta.

Questo tipo di dieta non è iperproteica, in quanto un eccesso di proteine porterebbe il corpo a trasformarle in zuccheri, il che non consentirebbe al corpo di entrare in stato di chetosi (simil digiuno).

Oltre alla dieta chetogenica classica, esistono delle varianti di questo tipo di dieta che sono state studiate per offrire opzioni più palatabili.

È importante sottolineare che se non ben formulate questi tipi di terapie nutrizionali possono portare a carenze nutrizionali serie e pericolose.

In cosa consiste la dieta chetogenica?

Le restrizioni alimentari definite nella dieta chetogenica comprendono una lunga lista di alimenti che dovrebbero essere limitati o evitati, tra cui: cereali e prodotti a base di cereali, legumi, vegetali e tuberi amidacei (patate, castagne, pomodori, peperoni, melanzane, ecc.), frutta fresca ad alto contenuto di carboidrati (banane, uva, fichi, arance, ecc.) e frutta secca, latticini a basso contenuto di grassi, grassi e oli raffinati (anche oli vegetali), zucchero, alcool. Sono invece concessi ma non in quantità libera le carni, le uova, formaggi, avocado, olio di oliva e cocco e tutte le verdure non amidacee (di colore verde).

Sebbene queste diete siano molto restrittive, il loro elevato apporto di grassi può anche renderle “soddisfacenti”.

I benefici:

Diabete di tipo 2 / obesità: rottura di un ciclo

Attualmente la ricerca sta studiando se la dieta chetogenica possa aiutare in caso di predisposizione al diabete.  I risultati sono promettenti, in quanto gli studi mostrano che la KD porta ad una maggiore perdita di peso rispetto alle diete a basso contenuto di grassi e contemporaneamente sopprime l’appetito.

Cancro: mirando ai tumori dove crescono

Il cancro è una malattia notoriamente eterogenea, anche se una linea che collega più tipi è l’effetto Warburg, che descrive come le cellule tumorali usino il glucosio come principale fonte di energia. Ciò ha reso la dieta chetogenica un’opzione attraente per la terapia di supporto del cancro, anche se maggiori studi scientifici sono necessari.

Disturbi neurologici

La KD si è dimostrata efficacie nell’epilessia; da qui hanno avuto origine una serie di studi che esaminano il suo utilizzo per diversi disturbi neurologici. La logica alla base di questa ricerca è che la KD può influenzare profondamente la plasticità neuronale migliorandone e normalizzandone la funzione.

I risultati non sono ancora certificati, ma la gamma di applicazioni della KD potrebbe essere ampia: emicranie, malattia di Alzheimer lieve/moderata, morbo di Parkinson.

Atleti di resistenza: KD migliora le prestazioni?

I benefici della KD sono ricercati non solo dai pazienti affetti da un disturbo ma anche da atleti in buona salute alla ricerca di un vantaggio prestazionale.

Secondo Lorna Doyle, PhD, docente e ricercatrice in nutrizione e nutrizione sportiva presso il Waterford Institute of Technology in Irlanda, gli atleti di resistenza hanno iniziato a cercare nuovi metodi dietetici per ottenere un vantaggio in termini di prestazioni.

Doyle e colleghi hanno studiato 20 atleti di resistenza maschile (età media, 33 anni) che si sono impegnati in una dieta ricca di carboidrati o KD, adottando regimi di allenamento identici, per 12 settimane. Hanno scoperto che il gruppo KD aveva una riduzione significativamente maggiore della massa corporea (-5,9 kg vs -0,8 kg) e della percentuale di grasso corporeo (-5,2% vs -0,7%). Sebbene non vi fosse alcuna differenza significativa nelle prestazioni atletiche sulla cronometro di 100 km tra i gruppi, invece l’ossidazione dei grassi e la potenza dello sprint di 6 secondi (+0,8 watt / kg) erano significativamente più alti in quelli sottoposti a KD.

“Credo che i miglioramenti nella composizione corporea siano correlati al maggiore utilizzo di grasso come energia durante le 12 settimane, quindi il grasso corporeo immagazzinato è stato utilizzato per l’energia”, ha affermato Doyle. “Tuttavia, l’allenamento impiegato (resistenza, forza e allenamento ad intervalli ad alta intensità) ha assicurato la preservazione della massa muscolare che ha consentito gli adattamenti mitocondriali per migliorare l’uso di grasso”.

Per coloro che vogliono seguire le orme dei partecipanti, Doyle avverte che una dieta così restrittiva necessita di alcune accortezze e considerazioni: “è necessario porre l’attenzione al consumo di elettroliti per garantire la sicurezza alimentare. Il consumo di sodio e magnesio è particolarmente importante e soprattutto per le persone che si allenano potrebbe essere più difficile ottenere e assorbire alcuni elettroliti seguendo una dieta chetogenica.”

 

[contributo della dr.ssa Stefania Ripamonti, nutrizionista]

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