Nutrizione, Pediatria

Alimentazione vegetariana, vegana o prevalentemente vegetale in età evolutiva: come e perché

Secondo l’American Dietetic Association, l’American Academy of Pediatrics e la Canadian Paediatric Society le diete latto-ovo-vegetariane e vegane (definiremo entrambe come veg*) ben pianificate soddisfano i fabbisogni nutrizionali dei neonati, dei bambini, degli adolescenti, ne promuovono uno sviluppo normale e sono appropriate anche in gravidanza e in allattamento.

Come possiamo pianificare adeguatamente la nostra dieta e quella dei nostri bambini?

Per i primi 6 mesi di vita il latte materno è l’unico alimento capace di fornire al neonato tutti i nutrienti necessari a coprire le sue necessità nelle proporzioni adeguate, in funzione del ritmo di crescita e maturazione del suo organismo. Si tratta di un alimento dalla composizione peculiare, cioè specie-specifico, come quello di tutti i mammiferi.
Le madri veg*, soprattutto vegane, prima e durante l’allattamento devono prestare particolare attenzione ad assicurare al proprio organismo quantità adeguate di vitamina D, vitamina B12 e acidi grassi essenziali, dato che una carenza alimentare nelle madri si ripercuote nella composizione del loro latte diminuendone il valore nutrizionale per il lattante.
In mancanza di latte materno non è opportuno introdurre altro che un latte in formula, adattato alle esigenze del bambino, eventualmente un latte di soia o di riso adattato, mai un’altra bevanda vegetale che è assolutamente inadeguata alle esigenze del bambino.
Dai sei mesi di vita vanno gradualmente introdotti gli alimenti complementari al latte materno, che rimane la base dell’alimentazione. Vanno introdotti cereali, verdure in forma di brodo e successivamente in piccole quantità, legumi, semi oleosi e una fonte di grassi insaturi (come l’olio extravergine di oliva). Vanno assicurate quantità adeguate di vitamina D, vitamina B12 e acidi grassi essenziali. Da evitare l’introduzione precoce di fibra che riduce l’assorbimento dei nutrienti, sazia precocemente e può irritare l’intestino.
Tra 1 e 3 anni si ha una grande maturazione psicologica e comportamentale. Il latte materno continua ad essere il cibo di origine animale più importante, assunto anche 2 – 4 volte al giorno se mamma e bambino lo desiderano. In caso di mancanza di latte materno, è consigliabile il latte di formula (anche di origine vegetale) per evitare rischi di carenze minerali e vitaminiche. Tra i cibi sono preferibili quelli semplici, non troppo elaborati.
La fibra va mantenuta ridotta nel bambino fino ai 2 anni di età: dopo questa età è comunque consigliabile non eccedere nelle quantità di fibra.
In età prescolare e scolare il bambino si apre socialmente al mondo e spesso chiede di sperimentare, per cui è necessario un atteggiamento flessibile. Spesso la scolarità e le mense scolastiche mettono a dura prova le scelte familiari. È l’età in cui è necessario acquisire abitudini alimentari salutari (colazione, pasti regolari, no ai fuoripasto come dolci e snacks) e un’igiene di vita (sport, vita all’aria aperta, uso moderato di tv e videogiochi) che potranno persistere durante tutta la vita.
In età prescolare il bambino è tendenzialmente poco interessato al cibo e tende a ricercare un alimentazione monotona. In questa età è fondamentale proporre una buona varietà di alimenti e puntare sulla qualità più che sulla quantità. È essenziale proporre una dieta variata, ridurre al minimo l’assunzione di cibi a elevato contenuto di zuccheri, sodio e grassi, soprattutto saturi e transidrogenati, mantenere la dieta bassa in sale, ridurre l’assunzione di alimenti dolci, specialmente prodotti di pasticceria. Va sempre utilizzata una fonte regolare di vitamina B12 e, se l’esposizione alla luce solare è ridotta, di vitamina D.
Nell’adolescenza la richiesta energetica e di nutrienti è particolarmente elevata, e la nutrizione svolge un ruolo critico per lo sviluppo: una dieta inadeguata può influire sfavorevolmente sia sulla crescita somatica che sulla maturazione sessuale.
Il desiderio di essere accettati dai compagni e, talvolta, una maggiore indipendenza dalla famiglia porta gli adolescenti a realizzare pratiche alimentari alterate: questo può interferire con l’adozione di una dieta equilibrata, vegetariana o non vegetariana. L’eliminazione di qualche pasto durante la giornata è tipico in questa età e la colazione è uno dei pasti principali che più facilmente vengono soppressi. L’instabilità emozionale e l’immagine corporea possono condurre ad abitudini alimentari non corrette (eccesso o riduzione di cibo).
Le diete vegetariane possono tuttavia offrire alcuni vantaggi nutrizionali per gli adolescenti: gli adolescenti vegetariani consumano infatti maggiori quantità di fibre, acido folico, vitamina A e vitamina C rispetto ai non-vegetariani, oltre a maggiori quantità di frutta e verdura e una minor quantità di dolci, di cibi pronti e di snack salati, rispetto agli adolescenti non-vegetariani

Quali vantaggi ha questo tipo di alimentazione?

La dieta vegetariana o vegana oltre a vantaggi etici ed ecologici si è dimostrata efficace nella riduzione degli elevati tassi di alcune malattie croniche come obesità, malattie cardiovascolari, autoimmuni e alcuni tumori.
Le diete vegetariane possono essere d’ausilio per l’acquisizione di schemi alimentari sani, stabili per tutta la durata della vita, e possono offrire alcuni importanti vantaggi nutrizionali, in quantità di rapporto tra nutrienti e tipo di cibi assunti.
I bambini che crescono in una famiglia veg* o con alimentazione a base prevalentemente vegetale acquisiscono abitudini alimentari e comportamenti mediamente più salutari dei loro coetanei.

 

Dott.ssa Valentina Tono, Medico Chirurgo, specialista in Pediatria. Master in Medicina Integrata ad indirizzo Omeopatia dell’Università degli Studi di Siena. Si occupa di pediatria, puericoltura e omeopatia con particolare attenzione al tema dell’alimentazione e della crescita. Membro della società Italiana di Pediatria Funzionale.