Dolore pelvico cronico 5 punti per lavorarci psicologicamente
Psicologia, Vulvodinia

Dolore cronico: 5 punti per lavorarci psicologicamente – parte seconda

Proseguiamo nel nostro percorso con la Dott.ssa Marta Corbetta, Psicologa e Psicoterapeuta, analizzando i prossimi punti per lavorare psicologicamente sul dolore pelvico cronico.

Per chi si fosse perso la prima parte dell’articolo, la può trovare qui.

2- Regolare le emozioni

Lo stress e il dolore fisico comportano un significativo disagio emotivo, che condiziona la vita e le scelte di tutti i giorni.

Tuttavia, non sembra essere tanto la sensazione dolorifica in sé a generare il malessere emotivo, quanto l’interpretazione che ne diamo, le difficoltà nel farvi fronte e le ricadute sulla vita quotidiana.

Quando noi proviamo dolore, soprattutto a livello cronico, il sintomo emotivo che più spesso vi si associa è l’ansia; questa spesso porta ad anticipare od evitare tutte le situazioni connesse con il dolore stesso, esacerbandone così la percezione.

Insieme all’ansia, il secondo sintomo più comune è l’umore depresso.

Questo colpisce, secondo la letteratura, tra il 40% e il 50% delle persone che soffrono di dolore cronico.

Infine, troviamo frequentemente anche la rabbia: a volte diretta verso l’esterno, sotto forma di aggressività/nervosismo verso gli altri, ma per lo più diretta verso di sé, sotto forma di sabotaggio, ritiro sociale o iperattività.

A fianco di queste emozioni primarie, spesso compaiono anche emozioni secondarie, quali:

  • vergogna (per il proprio stato)
  • senso di colpa (vs di sé e il partner)
  • alternanza di speranza e delusione (per l’andamento delle cure).

Regolare queste emozioni, per non esserne travolti e sentire solo disagio, significa innanzitutto comprenderle e nominarle.

Mettere in parole il carico emotivo seppur angosciante attenua immediatamente il suo impatto sul vissuto, nonché i correlati fisiologici e comportamentali ad esso connessi.

Secondariamente, regolare le emozioni significa contenerle, controllarle e agire in sicurezza.

Una buona abilità da sviluppare, quando le emozioni stanno per prendere il sopravvento, è “l’abilità dello Stop”, che prevede, secondo la psicologa Marsha Linehan, diversi passi:

  1. Stop: è opportuno fermarsi, non reagire, non muoversi, per cercare di mantenere il controllo;
  2. Fare un passo indietro: prendere le distanze dalla situazione e respirare profondamente;
  3. Osservare: fermarsi a guardare ciò che accade dentro e al di fuori di sé, per non saltare alle conclusioni, complessificare il quadro e aumentare la propria consapevolezza;
  4. Procedere in maniera mindful: considerare i propri pensieri, le proprie emozioni e quelli degli altri e chiedersi ciò che sarebbe più opportuno fare per non peggiorare la situazione.

3- Curare il proprio benessere psicofisico

Curare il proprio benessere psicofisico significa prendersi cura di sé.

Ovvero: non trascurandosi, curando l’alimentazione, impegnandosi in un’attività fisica adeguata alle proprie condizioni, ponendo attenzione alle proprie esigenze fisiche ed emotive, trovando il giusto tempo per le relazioni sociali, il divertimento e il riposo.

Prendersi cura di sé significa ascoltarsi, riconoscere i propri bisogni come importanti e darsi delle priorità, passando attraverso anche dei “no”.

Vedremo insieme i successivi punti “Dare un significato” e “Integrare (o accettare?) l’esperienza dolorifica” nel prossimo articolo della Dott.ssa Marta Corbetta, a breve sul sito di CasaMedica.

Stay tuned!

A chi rivolgersi

Dott.ssa Marta Corbetta, Psicologa e Psicoterapeuta ad Indirizzo Cognitivo Comportamentale, EMDR Pratictioner

PER MAGGIORI INFORMAZIONI:
Tel. 035 5297162 | info@casamedica.it