Ognuno di noi è portatore sano di alcune malattie genetiche a trasmissione recessiva senza avere nessuna manifestazione clinica e senza essere consapevole di tale stato. Quando una coppia è alla ricerca di una gravidanza, tuttavia, la conoscenza di queste condizioni può diventare utile per determinare il rischio che i figli manifestino malattie autosomiche recessive. Questo avviene quando sia il padre, sia la madre, sono portatori (carrier) della condizione (malattia). Vuol dire che entrambi hanno una copia alterata del gene che viene trasmessa al figlio.
Come si può valutare la trasmissione di malattie genetiche?
Una valutazione di questo rischio riproduttivo è possibile grazie a Screening Genetici Espansi dei portatori (ECS). Sono effettuabili tramite un semplice prelievo di sangue e sequenziamenti di nuova generazione (NGS). Questi sequenziamenti sono in grado di analizzare pannelli che comprendono da decine a centinaia di geni implicati nella patogenesi di condizioni rare prese singolarmente, ma che complessivamente impattano per numeri non trascurabili nella popolazione.
Si stima, infatti, che esistano più di 1.300 malattie ereditarie recessive (autosomiche e legate al cromosoma X), il cui quadro clinico può essere molto severo, con una frequenza media complessiva di almeno 30 bambini affetti su 10.000. Questo significa che circa 1–2 coppie su 100 risultano potenzialmente a rischio di avere un figlio affetto da una qualche malattia genetica recessiva, autosomica o legata al sesso.
Quando richiedere il test genetico del portatore?
Attualmente la maggior parte dei test genetici in ambito pre-concezionale viene richiesta da individui che sanno di avere una storia familiare per una particolare malattia recessiva. Tuttavia, in questo modo, viene identificata solo una minoranza di coppie portatrici. La maggior parte dei bambini affetti da queste patologie nasce, infatti, da coppie senza precedenti familiari noti, con rischi a priori definiti come “comuni alla popolazione generale di pari età”.
La situazione migliora leggermente nell’ambito della fecondazione assistita (PMA), in cui vengono spesso richiesti test per escludere le condizioni più frequenti nella nostra popolazione. Tra queste troviamo: il tratto talassemico, la fibrosi cistica o, più raramente, il FRAXA (X-Fragile) e la SMA (Atrofia Muscolare Spinale).
Raramente viene illustrata l’importanza di effettuare screening genetici espansi dei portatori a coppie che stanno programmando una gravidanza “naturale”. Lo screening del portatore, invece, avrebbe lo scopo di individuare lo stato di portatore di malattie recessive proprio in persone che non hanno un aumentato rischio sulla base della storia personale o familiare.
La consulenza genetica dovrebbe essere parte integrante dell’offerta diagnostica per tutte le coppie. In questo modo potrebbero essere informate adeguatamente in epoca pre-concezionale dell’esistenza stessa di test genetici che sono ancora, in buona parte, scarsamente diffusi. La scarsa diffusione dipende anche dal fatto che ad oggi non sono test supportati dal SSN.
A chi rivolgersi
L’articolo è a cura del Dott Alfredo Orrico , medico chirurgo, specialista in genetica medica.
Per maggiori informazioni:
Tel. 035 5297162 | info@casamedica.it