curcuma
Fitoterapia

Piante officinali: la curcuma

CURCUMA (CURCUMA LONGA L.)

La Curcuma longa, chiamata comunemente Curcuma o zafferano delle Indie, appartiene alla  famiglia delle Zingiberaceae ed è una pianta erbacea, perenne, originaria dell’Asia sudorientale e usata in tutto il mondo come spezia. La polvere di curcuma è infatti uno degli ingredienti base del masala, miscela di spezie molto usata soprattutto nella cucina indiana, ma fa anche parte del curry utilizzato per aromatizzare molti piatti della cucina tailandese e asiatica.
La Curcuma longa cresce bene, sia allo stato spontaneo che coltivata, nelle regioni a clima tropicale, con temperature alte e con elevata umidità atmosferica.
Essa può raggiungere l’altezza massima di circa 1 metro; ha foglie grandi, e fiori raccolti in una pseudo infiorescenza con grandi brattee verdi  disposte a formare delle tasche che hanno al loro interno dei fiori giallo arancioni molto appariscenti. La radice, parte nobile della pianta utilizzata sia in campo alimentare che fitoterapico, è un grosso rizoma ramificato, di colore giallo intenso e dal forte odore aromatico. Il nome curcuma deriva dal sanscrito “kunkuma”, che sta ad indicare il segno rituale, fatto con la polvere di curcuma trattata con calce per far virare il colore al rosso intenso, tracciato sul sesto chakra, noto anche come “terzo occhio”, attraverso il quale l’uomo si apre spiritualmente al divino, secondo la tradizione religiosa indù.

PERIODO BALSAMICO:
autunno

NOTE STORICHE E SIMBOLISMO:
In India la Curcuma è utilizzata si dai tempi antichi, non solo a scopo medico e religioso, ma anche come cosmetico, spezia e colorante: le tuniche dei monaci buddisti ad esempio erano tradizionalmente tinte con questa radice. Sia in India che in Asia essa ha un significato simbolico profondo: è la spezia del buon auspicio per antonomasia. Rappresenta il buon augurio e la benedizione necessaria in occasione dei passi importanti dell’esistenza. In Bangladesh e nel Benagala occidentale dell’India, ad esempio, il giorno prima delle nozze si tiene la cerimonia del “Gaye Houlud” (giallo sul corpo), durante la quale una pasta fatta di curcuma e acqua viene spalmata sul corpo della sposa e dello sposo: lo scopo è di ammorbidire la pelle, ma anche di tingerli del classico color del sole e di dar loro una benedizione per la vita futura insieme. Il colore giallo intenso della curcuma infatti è associato alla energia del sole, e proprio per questo, la Curcuma è da sempre sacra a Vishnu, divinità indiana che nell’antica religione vedica aveva caratteri solari e nell’induismo ha assunto il ruolo del principio conservatore e salvifico.
Nei suoi viaggi Marco Polo conobbe la Curcuma e ne scrisse nel suo Milione, come spezia usata in cucina e anche per scopi curativi. La medicina ayurvedica le attribuisce numerose proprietà, antibatterica, antinfiammatorie, antiallergiche, antispastiche, che sono state poi confermate dalla moderna scienza medica.

PRINCIPI ATTIVI:
La radice di Curcuma contiene molti amidi, ma anche arabinogalattani, minerali, proteine e vitamina C; è presente un olio essenziale composto da sesquiterpeni monociclici detti tumeroni, derivati del bisabolano; infine troviamo i curcuminoidi, il principale dei quali è la curcumina, sostanza fenolica conosciuta anche come diferuloilmetano, che si ritiene essere il composto più attivo presente nella radice.

PROPRIETA‘:
La Curcuma è nota per essere un ottimo antiossidante: in effetti al contrario di altri antiossidanti, i curcuminoidi, presenti nel fitocomplesso della Curcuma sembrano essere in grado, non soltanto di neutralizzare i radicali liberi già presenti, ma anche di prevenirne l’ulteriore formazione. L’attività antiossidante della Curcuma diventa quindi di primario interesse in  molti tipi di patologie, dove il ruolo giocato dai radicali liberi e dalla loro azione nociva assume una importanza patogenetica elevata. Tra le patologie che riconoscono questo meccanismo patogenico come rilevante troviamo, ad esempio, l’aterosclerosi, malattie degenerative come il morbo di Alzheimer,  il morbo di Parkinson e l’invecchiamento precoce, ma anche il cancro, malattie a carico dell’apparato cardiovascolare, il diabete, la sclerosi multipla, l’artrite reumatoide, l’enfisema polmonare, la cataratta.
La curcuma ha anche un notevole effetto epatoprotettore  e viene quindi consigliata come terapia coadiuvante per il trattamento della steatosi epatica, della fibrosi e dell’epatocarcinoma. Essa attenua il danno epatico e la statosi epatica non- alcolica abbassando il rilascio di citochine infiammatorie riducendo al minimo lo stress ossidativo, aumentando la sensibilità all’insulina e modulando il metabolismo dei lipidi.
A livello intestinale l’azione della Curcuma è essenzialmente antinfiammatoria, ma in vitro la curcumina ha evidenziato anche un’azione antispasmodica sulla muscolatura liscia. L’effetto miorilassante, indipendentemente dall’effetto antinfiammatorio, sembra essere imputabile ad una azione di inibizione non competitiva e reversibile a livello dei recettori colinergici. L’attività antinfiammatoria in sé, fa della Curcuma un candidato riconosciuto in molti studi scientifici, per la terapia coadiuvante  in tutte le forme di malattia cronica intestinale, come la malattia di Crohn e la Rettocolite ulcerosa, così come nella Sindrome del colon irritabile, dove l’infiammazione gioca un ruolo patogenetico essenziale.

INDICAZIONI CLINICHE PRINCIPALI:

  • stress ossidativo, prevenzione patologie degenerative
  • coadiuvante nelle malattie su base infiammatoria
  • epatopatie, dispepsie,Sindrome metabolica
  • coadiuvante nelle malattie infiammatorie intestinali (IBD) e Sindrome del colon irritabile
  • coadiuvante nella chemioterapia, prevenzione delle patologie tumorali