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Pediatria

Il sonno nei bambini

“Dottoressa il mio piccolino si sveglia, non dorme bene, si agita e a volte parla nel sonno, c’è qualcosa che non va?”

È possibile che ci sia qualcosa che non va, ma spesso è tutto nella norma: si tratta solo di caratteristiche legate all’età o fasi di passaggio e spesso discrepanze tra l’aspettativa genitoriale di un bambino che dorme tutta la notte e la realtà di un sonno “in costruzione” che si basa su un ritmo discontinuo.
Torniamo quindi a parlare del sonno dei bambini, cercando di definire come funziona, per capire di più cosa aspettarci e “normalizzare” le nostre aspettative.

Il sonno è un bisogno fondamentale del nostro organismo; la nostra vita biologica come esseri viventi è composta da ritmi di attività e di riposo e da ritmi di sonno e queste caratteristiche ed alternanze hanno un’evoluzione, una crescita e delle modificazioni dalle prime fasi della vita all’età adulta e poi anziana, che sono funzionali alle caratteristiche ed ai bisogni di ogni età.

Il sonno è costituito da cicli che si ripetono con una certa regolarità; la lunghezza, la ritmicità e la struttura di questi cicli varia con l’età. Un ciclo è costituito da una parte di sonno attivo o sonno REM (dall’inglese Rapid Eye Movement: movimenti oculari rapidi) e una parte di sonno calmo o sonno Non-REM e delle fasi di passaggio che possono coincidere con un risveglio.

Nel sonno attivo il bambino presenta movimenti degli occhi, piccoli movimenti del viso ed espressioni del viso innate come paura, sorpresa, collera, gioia con grandi sorrisi, che sono i segni di una attività cerebrale legata all’apprendimento delle emozioni e della capacità di comunicare; possono esserci improvvisi sussulti. Nel sonno calmo invece il bambino si muove molto poco, il viso è poco espressivo, non ci sono movimenti oculari, ma si possono osservare movimenti di suzione. Talvolta il bambino vocalizza e un genitore può credere che sia sveglio ma invece sta dormendo. Il sonno non rem “ripara” la fatica fisica, quello rem la fatica psichica.

Una delle funzioni del sonno nel bambino è la maturazione del cervello, nel sonno vengono prodotti ormoni fondamentali per la crescita del bambino, nel sonno si consolidano le informazioni ricevute durante il giorno e si apprende. Il neonato è in uno stato di continuo apprendimento:questo elevato bisogno di sonno è parallelo all’intensa crescita che si verifica a questa età.

I cicli di sonno iniziano già in utero, e alla nascita il neonato ha cicli brevi e frequenti, non influenzati dalla luce solare: non conosce ancora la differenza fra il giorno e la notte ma è regolato da fame e sazietà, calma e attività. Nei primi due mesi un ciclo dura circa 50-60 minuti e si susseguono 18-20 cicli di sonno senza una periodicità diurna o notturna. Lentamente il piccolo modifica il suo orologio biologico e inizia ad adattarsi al ritmo circadiano e all’alternanza luce/buio, a partire dai 4-6 mesi circa. A 6 mesi i cicli durano un pochino di più , circa 70 minuti, e sono prevalentemente concentrati nelle ore notturne. Gradualmente i cicli si allungano fino ad arrivare a 90-120 minuti e si verificano circa 4-5 volte per notte in un sonno normale dell’adulto di circa 8 ore. A brevità dei cicli porta a frequenti risvegli, che sono fisiologici nei primi anni di vita; spesso il bambino necessita del contatto, della consolazione, della nutrizione. I risvegli notturni continuano più frequentemente fino a 2-3 anni e poi progressivamente vanno a ridursi.

“Dorme poco o troppo?”

Anche la durata media varia nella crescita:

  • il neonato dorme circa 16-18 ore al giorno e il sonno è distribuito uniformemente durante le 24 ore
  • verso i 6 mesi-1 anno scendiamo progressivamente a 14-15 ore con una distribuzione prevalentemente notturna
  • verso i 2-3 anni siamo attorno a 12-13 ore
  • nella seconda infanzia quando il sonno diventa più stabile e diminuiscono i risvegli notturni (quelli evidenti, che richiedono aiuto nel riaddormentarsi) arriviamo a mediamente 10-11 ore
  • dopo i 10 anni scendiamo attorno alle 9 ore e nella preadolescenza arriviamo alle 8 ore medie che resteranno nelle fasi successive.

Esistono però grandi differenze interindividuali, ma anche climatiche, ambientali e stagionali.

“Che possiamo fare?”

Per la mamma ai primi mesi, adattarsi ai ritmi di veglia e riposo del neonato e tenerlo vicino  permette una maggior qualità del sonno, seppur quantitativamente breve, e una migliore risposta ai suoi bisogni. In generale l’ascolto del bisogno e di quello che il bambino vuole comunicarci, liberi da stereotipi e preconcetti, ci mette sempre sulla giusta strada: non esiste una ricetta definitiva e facile. A volte vengono proposti metodi o ricette magiche per gestire il sonno dei piccoli al posto dei genitori, cosi stanchi in alcuni momenti farebbero qualsiasi cosa per dormire qualche ora di fila. A questo proposito parleremo del rapporto tra sonno e allattamento e faremo una riflessione sui metodi di “educazione del sonno”.

 

dr.ssa Valentina Tono, pediatra.