tumore vescica
Urologia

Tumori della vescica

La neoplasia vescicale interessa prevalentemente il sesso maschile e la sua diagnosi è in aumento negli ultimi anni.
I fattori predisponenti sono il fumo, agenti chimici derivati dall’alanina, dalle ammine aromatiche e dall’arsenico (presenti nelle vernici o agenti inquinanti), oppure più raramente infezioni parassitarie (schistosoma).
La forma più frequente di neoplasia è quella a cellule di transizione mentre forme meno frequenti sono adenocarcinoma e carcinoma squamoso (spesso collegato a infezioni parassitarie). I sintomi con cui si manifestano sono la disuria, aumento della frequenza minzionale oppure episodi di macroematuria monosintomatici o ricorrenti.

La visita urologica ha lo scopo di indagare oltre che lo stile di vita del paziente anche i segni e i sintomi che potrebbero suggerire l’esecuzione di ulteriori esami diagnostici.Anzitutto è bene eseguire un’ecografia dell’apparato urinario a vescica piena così da valutare l’organo e la presenza di formazioni litiasiche (calcoli) che possono essere responsabili di episodi di ematuria o lesioni vegetanti.
Altro esame da eseguire è la citologia urinaria su 3 campioni che permette con la raccolta delle urine in giorni diversi e va alla ricerca di eventuali cellule neoplastiche sul campione. E’ possibile eseguire una cistoscopia, in regime ambulatoriale, che permette di studiare tutto il viscere visivamente così da poter ricercare eventuali aree sospette o lesioni vegetanti.

Solo in casi dedicati è opportuno richiedere una tac addome con e senza mezzo di contrasto al fine di stadiare il paziente.

In caso di presenza di lesione vescicale il primo approccio è endoscopico mediante un intervento di resezione  transuretrale di lesione vescicale (TURB o TURV) in quanto è necessaria una diagnosi istologica della lesione per intraprendere ulteriori decisioni terapeutiche.

Se la neoplasia è confinata (non invade la tonaca muscolare) il paziente, a seconda del grado di neoplasia, può :

– eseguire periodico follow up con cistoscopia e citologia urinaria su 3 campioni

– eseguire una seconda TURB (II° look)

– eseguire instillazioni endovescicali di farmaco chemioterapico secondo un determinato calendario (che varia in base al chemioterapico usato e dell’esame istologico della lesione)

Qualora la neoplasia oltrepassi la tonaca muscolare è possibile valutare diversi tipi di approcci:

Chemioterapico: mediante l’infusione di farmaci appositi che hanno lo scopo di arrestare e distruggere la crescita delle cellule neoplastiche localizzate nel viscere o a distanza.

Può essere fatta anche prima dell’approccio chirurgico al fine di aumentare la sopravvivenza del paziente. Gli effetti collaterali sono temporanei e possono essere, nausea vomito, inappetenza,  astenia, perdita dei capelli, riduzione dei globuli bianchi e delle piastrine.

Radioterapico : è possibile irradiare il viscere così da arrestare la crescita neoplastica. Quest’opzione terapeutica può essere intrapresa qualora il paziente non sia candidabile a trattamento chirurgico o non voglia sottoporsi lui stesso. La radioterapia può essere eseguita anche dopo l’intervento chirurgico a scopo adiuvante oppure assieme alla chemioterapia qualora la via chirurgica non sia percorribile.

Chirurgico: l’intervento è demolitivo e prevede l’asportazione del viscere , della prostata (uomo) o dell’ utero (donna) ed opportuna linfadenectomia locoregionale. A seconda del performace status del paziente e delle sue comorbidità è possibile creare una derivazione urinaria opportuna che può essere:

continente: attraverso un segmento di ansa intestinale si crea un neoserbatoio (neovescica) atto a raccogliere l’urina.- Il paziente dopo l’intervento dovrà essere addestrato a svuotare la neovescica ad orario e con delle particolari attenzioni. Questa derivazione può essere eseguita se la neoplasia vescicale non ha coinvolto anche l’uretra e solo in determinati pazienti.

incontinente: gli ureteri saranno abboccati direttamente alla cute (ureterocutaneostomia) ed il paziente avrà uno o due sacchetti sulla cute (a seconda della tecnica chirurgica utilizzata) all’interno del quale vengono posizionati dei tutori ureterali che dovranno essere sostituiti a cadenza mensile.

Qualora le condizioni del paziente lo permettano, egli potrà essere portatore di un ureteroileostomia ovvero gli ureteri sono abboccati ad un ansa ileale che a sua volta sarà abboccata sulla cute.

Anche in questo caso il paziente sarà portatore di un sacchetto che svuoterà regolarmente.

 

dr. Lorenzo Tessa, andrologo e urologo.