pedagogia
Pedagogia

Dai consigli della nonna a quelli del pedagogista, cosa è cambiato?

La mia nonna ha 94 anni ed è una donna straordinaria. Ha vissuto tutta la sua vita con grande consapevolezza, salda ai suoi principi ma con i piedi ben piantati nella realtà che la circonda.

Le ho parlato spesso del mio lavoro, e lei non ha mai nascosto il suo scetticismo.

Per lei, come per molte persone delle generazioni precedenti, è inconcepibile che una famiglia si rivolga ad un professionista per questioni che riguardano l’educazione dei figli.

La figura del pedagogista era sconosciuta, apparteneva al mondo accademico, un mondo lontano dalla vita quotidiana delle famiglie.

Oggi diversi fattori hanno contribuito all’emergere dell’esigenza di un supporto professionale che accompagni i genitori nell’avventura di crescere un figlio.

Lo scarto tra la vecchia e la nuova generazione è ampio e spesso i figli adulti, faticano a trovare dai propri genitori le informazioni necessarie per la gestione educativa: i cambiamenti repentini dell’ambiente sociale, le nuove possibilità, le conoscenze scientifiche derivanti dalla connesione di più ambiti scientifici hanno determinato un contesto di complessità, in cui orientarsi è faticoso.

La consulenza pedagogica famigliare è una modalità di sostegno, uno strumento professionale, utile per accompagnare le figure che svolgono un ruolo educativo nella crescita delle nuove generazioni.

Ma come si è arrivati a questo punto?

Come si è passati dal “consiglio della nonna” al supporto di una persona professionalmente preparata? Il pedagogista ne sa di più?

Mi permetto di citare un episodio che mi ha colpito: qualche anno fa, durante un’attività promozionale, un papà leggendo un volantino che descriveva un mio progetto di formazione per genitori ha commentato: “Adesso i genitori devono andare anche a Scuola per imparare a fare i genitori?”. Il tono era decisamente sarcastico.

Il mondo è cambiato e il consiglio della comunità famigliare ha preso un’altra forma, diventando quello della comunità virtuale: forum, blog, app, social.

Le caratteristiche principali di questa esperienza sono:

il facile consumo (accessibilità) e la garanzia della sicura efficacia.

“L’ho trovato su internet” sta sostituendo l’ormai superato “l’hanno detto alla tv”.

Siamo nella logica de “il genitore fai da te”.

Il rischio è di ritrovarsi in un mare con troppi fari: i consigli sono sovrabbondanti a volte contraddittori, si rischia il disorientamento. In questa situazione il pericolo che si corre è di perdere l’occasione di crescere come persone in termini di consapevolezza.

Oggi assistiamo ad una crescente complessità della vita sociale, le famiglie vivono in contesti caratterizzati da fragilità, incertezza e insicurezza. Si assiste ad una frammentazione culturale, ognuno pensa che il proprio modo di educare i figli sia giusto che determina una dispersione sociale.

Siamo di fronte ad una crescente richiesta di aiuto determinata dal bisogno di orientamento. Diventare genitori può essere un’occasione di sviluppo per tutti, innanzitutto come persone.

Il dialogo con un professionista, che oltre a possedere i contenuti necessari, sia capace di costruire una relazione di fiducia personalizzata, è un’occasione preziosa.

Un’opportunità che può permettere ai genitori di accrescere il grado di consapevolezza del proprio ruolo educativo, aumentare la coscienza dei condizionamenti sia interni (la propria storia personale ed esterni (il giudizio degli altri), attivare processi di cambiamento e trovare sostegno nelle fasi di passaggio.

Dr.ssa Lorenza Comi, pedagogista