SIBO
Medicina Integrata, Nutrizione

Gonfiore e disturbi gastrointestinali? Potrebbe essere la SIBO!

Definizione di SIBO

SIBO è l’acronimo di “small intestinal bacterial overgrowth“.

In italiano è conosciuta come “sovracrescita batterica del piccolo intestino” (intestino tenue).

Viene definita come la presenza di un numero eccessivo di batteri nell’intestino tenue.

L’intestino tenue normalmente ha livelli inferiori di colonizzazione microbica rispetto al colon e questo fisiologico equilibrio nella SIBO è significativamente alterato.

La SIBO è correlabile a malattie come la sindrome dell’intestino irritabile (IBS), la malattia infiammatoria intestinale (IBD), la sclerosi sistemica, i disturbi della motilità, cirrosi, fegato grasso, sindrome post-gastrectomia e una varietà di altre condizioni.

Quali sono le cause della SIBO?

La SIBO è una condizione sempre correlabile a qualcos’altro, che porta all’alterazione di uno o più meccanismi di difesa dell’organismo.

Le condizioni che sono state storicamente collegate alla SIBO includono problemi meccanici dell’intestino tenue o disturbi della motilità, malassorbimento, immunità alterata, interventi chirurgici post-gastrici e al colon, oltre a disturbi sistemici che possono essere importanti.

I sintomi

I sintomi riconducibili alla SIBO sono:

  • nausea
  • gonfiore
  • flatulenza
  • distensione addominale
  • crampi addominali
  • dolore addominale
  • diarrea e/o costipazione

In casi estremi, è possibile riscontrare anche: steatorrea (feci grasse), perdita di peso, anemia, carenze vitaminiche.

Diagnosi di SIBO

La diagnosi di SIBO avviene con il test del respiro: un aumento delle concentrazioni di idrogeno di 20 ppm rispetto al basale entro 90-120 minuti potrebbe essere diagnostico di SIBO.

Trattamento nutrizionale della SIBO

Esistono diversi tipi di approcci nutrizionali attraverso i quali la manipolazione alimentare può essere utile nel trattamento della SIBO.

Il tema dominante nella manipolazione della dieta per SIBO è la riduzione dei prodotti fermentabili (dieta FODMAP).

Nella maggior parte dei casi, ciò comporta un approccio a basso contenuto di fibre, nonché l’evitare gli zuccheri dell’alcol e altri dolcificanti fermentabili come il sucralosio. 

Inoltre, dovrebbero essere evitati anche i prebiotici come l’inulina.

Cos’è la dieta FODMAP?

FODMAP è l’acronimo inglese di: oligosaccaridi, disaccaridi, monosaccaridi e polioli fermentabili.

La dieta a basso contenuto di FODMAP non è un approccio “taglia unica”, né una dieta per la vita

Esistono diversi sottotipi di alimenti contenenti FODMAP in base alla lunghezza della catena di carboidrati, a cui ogni individuo reagirà con una variazione del tipo e della gravità dei sintomi.

Per questo è bene affidarsi ad un professionista che sappia inquadrare il tipo di intervento più adatto al singolo soggetto.

Nel trattamento dietetico si dovrà poi lavorare sulle condizioni che vengono riconosciute quali causa della problematica al fine di ottenere benefici duraturi nel tempo.

A chi rivolgersi

L’articolo è a cura della Dott.ssa Stefania Ripamonti, Nutrizionista laureata in Dietistica e magistrale in Alimentazione e Nutrizione Umana.

Per informazioni e prenotazioni:

035.5297162 oppure info@casamedica.it