Dialoghi con il corpo
Medicina Integrata, Psicologia

Dialoghi con il corpo

Il modo di considerare il corpo e la mente in Occidente risente fortemente della visione dualistica introdotta da Cartesio nel Seicento, nella storia della filosofia moderna.

Il dualismo cartesiano consiste nell’affermazione che la realtà è composta da due diverse sostanze che hanno caratteristiche differenti:

  • la sostanza pensante (res cogitans, ciò che è spirituale)
  • ciò che è estensione materiale e movimento meccanico (res extensa, ciò che è corpo).

Nella visione Cartesiana, che definisce una separazione tra corpo e mente, il corpo è considerato come una macchina, di cui si descrive il funzionamento e di cui si ricercano le cause di malfunzionamento.

A partire da tale concezione la malattia diventa il centro delle attenzioni; si perde la traccia che può portare a cogliere il senso che può avere quella malattia per quella persona, in quel momento, in quell’organo.

Tale aspetto si evidenzia in modo più accentuato negli approcci medici orientati ad una sempre maggiore specializzazione, ma che rischiano di perdere di vista la visione di insieme del corpo e della persona.

D’altra parte si distinguono gli specialisti del corpo e gli specialisti della mente, già dalla fine dell’Ottocento.

In generale nella nostra cultura non sappiamo ascoltare il corpo, né sano, né malato.

Limiti del dualismo

Ciò che il corpo sente è influenzato dalle emozioni e dai pensieri, e ciò che pensiamo è influenzato da ciò che accade nel corpo.

Prendiamo in considerazione, per esempio, gli eventi stressanti.

Essi possono essere di varia natura:

  • psicologica (una emozione spiacevole, una lite, una preoccupazione,…)
  • fisica (sbalzi di temperatura, cadute traumatiche,…)
  • biologica (infezione, intossicazione, ect.)

Qualunque sia l’evento stressante, si attiva un complesso processo biochimico di risposta di stress nel corpo, che attiva vari sistemi di regolazione dell’organismo umano.

Nel caso di stress cronico la risposta di stress è continuamente attivata e il corpo si trova in uno stato di infiammazione permanente.

Questo indebolisce le difese immunitarie e il funzionamento dell’apparato endocrino, creando terreno fertile per disturbi e patologie di varia natura.

La PNEI (Psico Neuro Endocrino Immunologia) studia tali processi.

Essa rappresenta un modello di ricerca e di interpretazione della cura e della malattia che vede l’organismo umano come una unità strutturale e interconnessa, dove i sistemi psichici e biologici si condizionano reciprocamente.

Configura la possibilità di andare oltre la storica contrapposizione filosofica tra corpo e mente e quella scientifica novecentesca tra medicina e psicologia.

Fritz Perls e il corpo

La psicoanalisi nacque verso i primi del Novecento per spiegare alcuni fenomeni somatici in termini di processi psichici (come nell’isteria), occupandosi di questi ultimi.

Successivamente si svilupparono una serie di teorie e tecniche che posero l’attenzione ai rapporti tra aspetti corporei e aspetti mentali, con l’evoluzione delle psicoterapie corporee.

Fritz Perls, medico e psicoterapeuta tedesco, è stato il fondatore della Psicologia della Gestalt negli anni ‘40-’50.

Egli ebbe delle intuizioni che lo portarono a modificare il modo di esplorare e di avvicinarsi alle persone.

Ideò così diverse modalità per “far sentire il corpo”, per metterci in contatto con esso e imparare ad ascoltare i messaggi che esso ci invia:

“Come un amico che ci fa notare limiti e fantasie che non vogliamo vedere, e che in questo modo ci impedisce di autoingannarci”.

(A. Schnake, 2010 – ediz. Italiana curata da E. Muraca).

Perls cercò di combattere l’alienazione del proprio corpo.

Per esempio evidenziò come nel linguaggio ci riferiamo al corpo parlando in terza persona: la testa, lo stomaco, etc, invece di dire la mia testa, il mio stomaco.

Tuttavia, quando si tratta di prendere in considerazione i sintomi corporei o le malattie, anche la Terapia della Gestalt rischia di non andare oltre l’interpretazione delle relazioni tra determinate situazioni conflittuali e l’insorgere dei sintomi.

Dialoghi corpo-mente

La psichiatra e psicoterapeuta cilena A. Schnake sottolinea l’importanza di riportare al centro dell’attenzione la persona, con i suoi sintomi, invece che la malattia, e aiutarla a rimettersi in contatto con il corpo.

A. Schnake propone una esperienza che permette alle persone di incontrarsi con il proprio corpo: quella di identificarsi con i propri organi, caratterizzarli e dar loro voce, mettendosi esplicitamente in dialogo con essi, impersonando l’organo stesso.

Spesso si tratta di organi che hanno creato problemi, che vivono la minaccia di essere ”eliminati”, messi da parte.

Questo accade poiché rappresentano caratteristiche che vengono rifiutate, come parti negate, tenute in disparte, o persino maltrattate, non ammettendo dentro di noi nulla che abbia caratteristiche simili.

La terapeuta propone un metodo per facilitare la guarigione, a partire dagli insegnamenti della Psicoterapia della Gestalt, che fa emergere le parti e i conflitti irrisolti tra esse.

Nella Gestalt si inscena un dialogo tra le parti, cercando di gettare un ponte tra differenti aspetti di sé che risultano inaccettabili, sgradevoli o che sono stati vissuti come vulnerabili o feriti, e che tendono a venire esclusi dalla consapevolezza e dalle azioni di ciascuno.

Il dialogo tra le parti mira a favorire l’integrazione tra esse e a promuovere “persone intere”.

Secondo A. Schnake, nel caso di sintomi fisici, l’organo o la parte la malata parlano in molti modi e, finché il soggetto non capisce il messaggio, restano “nemici”.

L’organo malato viene inteso come parte non riconosciuta e quindi “scissa”, tenuta separata.

L’esperienza che la terapeuta propone, a partire dal dialogo con l’organo, mira a far sì che la persona riesca ad essere consapevole della relazione di totalità che c’è tra sé, il proprio organismo, le emozioni, le aspettative e le teorie che hanno orientato la propria vita. (A. Schnake, 2010, p.111)

Secondo questa prospettiva se spariscono sintomi, segnali o malattie che perturbano una persona significa che il messaggio di quella malattia è stato compreso e in quella persona è stato possibile il cambiamento.

Applicazione del metodo a CasaMedica

Il metodo può essere utilizzato per varie tipologie di disturbi o patologie, che possono coinvolgere diversi organi, per esempio stomaco, intestino, organi genitali.

Nel contesto specifico di CasaMedica, che propone un approccio molto attento alla donna ed alle problematiche ginecologiche e del pavimento pelvico, può rappresentare un possibile metodo da utilizzare in psicoterapia.

Esso viene applicato all’interno di un percorso di cura multidisciplinare orientato a facilitare la riscoperta per la donna delle parti più intime del proprio corpo e l’attivazione delle risorse per riuscire a migliorare il proprio benessere complessivo.

Tuttavia questo metodo è applicabile anche in caso di disturbi fisici differenti, non necessariamente legati alla salute della donna, ad esempio le disfunzioni gastrointestinali (gastrite, colon irritabile ecc.).

Si sottolinea che, nel caso di disturbi fisici ricorrenti o cronici, la valutazione medica specialistica è fondamentale.

Questa permette di valutare il tipo di problematica presente e decidere come procedere sul piano terapeutico, anche per ciò che pertiene alla psicoterapia.

A chi rivolgersi

L’articolo è a cura della Dott.ssa Mabel Filippini Fantoni, Psicologa Psicoterapeuta Sistemico-Relazionale, EMDR.

PER MAGGIORI INFORMAZIONI:
Tel. 035 5297162   |   info@casamedica.it