Endocrinologia, Ginecologia, Gravidanza

Tiroide: dalla fertilità alla gravidanza

E’ stato dimostrata negli ultimi anni l’importanza del controllo della funzione tiroidea e dell’autoimmunità tiroidea in donne che desiderano una gravidanza.
Si è infatti visto che alterazioni della funzionalità tiroidea possono avere un impatto importante sulla fertilità e sulla gravidanza, soprattutto nelle fasi precoci. In particolare la frequenza di ipotiroidismo, ossia di ridotta funzione tiroidea, in gravidanza è elevata (2-4%).

E’ noto che l’ipotiroidismo non trattato determini eventi avversi importanti. Una delle maggiori e note complicanze è rappresentata dalla riduzione del quoziente intellettivo in bambini nati da madri ipotiroidee (Haddow, 1999). Inoltre, numerose complicanze ostetriche risultano associate all’ipotiroidismo. La più frequente è l’aumentato rischio di aborto spontaneo e morte perinatale ma può anche essere presente parto pretermine e distress fetale. Alcuni studi suggeriscono aumentati rischi di ipertensione gestazionale ed emorragia post-parto (Krassas, 2010).

E’ stato dimostrato che la normale funzione tiroidea nelle donne ipotiroidee in gravidanza, assicurata dal trattamento sostitutivo con L-tiroxina è di fondamentale importanza.
Infatti, come dimostrato recentemente è stato osservato che il rischio di aborto spontaneo nelle pazienti ipotiroidee adeguatamente trattate con tiroxina era pari al 4%, mentre le donne con trattamento inadeguato presentavano un rischio di aborto pari al 31% (Abalovich (2002).

La L-tiroxina rappresenta il farmaco di scelta per il trattamento dell’ipotiroidismo. In accordo con le recenti linee guida (Stagnaro-Green, 2011) l’obiettivo terapeutico è quello di mantenere il TSH<2.5mU/L nel primo trimestre di gravidanza ed è molto importante impostare un trattamento sostitutivo corretto precocemente in quanto nelle prime 12 settimane della gestazione, durante l’embriogenesi, le richieste di ormone tiroideo sono maggiori e il feto non possiede ancora una ghiandola funzionante. Il feto infatti diventerà autonomo rispetto alla madre nella produzione di ormone tiroideo intorno alla 11-12° settimana di vita intrauterina.

L’assorbimento della tiroxina è influenzato da numerose possibili interferenze, tra le quali la modalità di assunzione, l’assunzione di altri farmaci e alcune particolari condizioni come la gravidanza.

Durante la gravidanza sono presenti modificazioni biochimiche e ormonali che rendono necessaria una dose sostitutiva maggiore rispetto allo stato di non gravidanza e un adeguamento progressivo soprattutto nei primi due trimestri di gravidanza. Inoltre, nel primo trimestre è frequente la presenza di un relativo malassorbimento nelle donne con vomito e negli altri trimestri possibili interferenze determinate dall’assunzione contemporanea di altri farmaci (es. ferro).

Sempre più Medici ginecologi prestano attenzione al controllo della funzione tiroidea anche in fase pre-concezionale soprattutto in donne che devono accedere a programmi di procreazione medicalmente assistita per infertilità di varia origine.

E’ pertanto importante in queste condizioni un approccio multidisciplinare in cui il Ginecologo e l’Endocrinologo possono lavorare insieme per seguire al meglio le pazienti.

 

Dott.ssa Guia Vannucchi, Medico Chirurgo, Specialista in Endocrinologia – Presso CasaMedica