covid e famiglia
Pedagogia

Le nuove organizzazioni familiari al tempo del Covid-19

Per la maggioranza dei nuclei famigliari, il periodo di chiusura totale ha portato ad un vero e proprio  sconvolgimento dell’organizzazione giornaliera.

Spazi, tempi e quotidianità hanno cambiato volto.

Nei racconti di un numero significativo di genitori emerge una presa di consapevolezza, rispetto al fatto che questo stravolgimento dei ritmi, abbia dato anche  la possibilità di vivere un’esperienza inedita di riscoperta della quotidianità in famiglia: si è potuto sperimentare la relazione con i propri figli 24 ore su 24. Molti padri hanno avuto l’opportunità di giocare il loro ruolo educativo in prima linea.

Accanto alla positività di queste scoperte i genitori hanno sperimentato un alto carico di stress.
E la famiglia si è ritrovata a gestire completamente in autonomia e in solitudine la titolarità della responsabilità educativa dei propri figli . Un’occasione unica che ha però fatto emergere in modo evidente la disparità fra quelle famiglie che già si riconoscevano come titolari della responsabilità educativa e quelle che invece facevano fatica a gestire questo peso e che si sono trovate isolate.

Senza preavviso i bambini e le bambine hanno visto “sparire” dalla loro giornata diverse figure di riferimento come gli insegnanti, gli educatori, i nonni, gli allenatori e tutte quelle figure che facevano parte della loro quotidianità.

Si è reso necessario trovare nuove forme di conciliazione famiglia lavoro.
L’esperienza di smart working ha rappresentato una sfida.
È pur vero che in questo modo si ammortizza il tempo dello spostamento non più necessario, ma si sono aggiunte altre esigenze che devono essere soddisfatte: la gestione degli spazi domestici e dei dispositivi, l’organizzazione dei tempi di tutte le persone che compongono il nucleo famigliare. Tutto questo senza i tradizionali supporti esterni: la scuola, le attività del tempo libero, e le altre figure di supporto.
Qualche genitore lo ha definito un vero e proprio percorso ad ostacoli.

Cosa può aiutare ad orientarci in questa nuova situazione?
Abbiamo l’occasione di provare a ripensare l’organizzazione educativa in modo autentico, partendo dai bisogni educativi reali dei figli che in questo tempo di convivenza forzata abbiamo potuto osservare da vicino.
Per i bambini e le bambine al di sotto dei 3 anni è fondamentale ricordare il bisogno di fare esperienze concrete e a misura evitando le anticipazioni.
Per quelli più grandi che frequentavano la scuola dell’infanzia il bisogno fondamentale è quello di sperimentarsi nelle relazioni con gli altri.
Dai 6 anni con l’esperienza della scuola primaria i bisogni sono legati alla scoperta e alla messa in pratica delle proprie competenze attraverso la sperimentazione e lo studio dei diversi linguaggi umani dalla matematica all’arte.
I bisogni sono diversi età per età, ma vorrei attirare la vostra attenzione sulla questione fondamentale della crescita: il tema dell’autonomia.
Un bisogno trasversale che, nelle sue diverse declinazioni, resta il cuore della questione pedagogica. Ogni organizzazione educativa, che voglia dirsi tale, dovrebbe considerare come obbiettivo primario il raggiungimento delle autonomie per sostenere le nuove generazioni nel viaggio per diventare adulti consapevoli e capaci di gestire la propria libertà con responsabilità.

Dr.ssa Lorenza Comi, pedagogista