I disordini funzionali gastrointestinali nell'infanzia
Gravidanza, Nutrizione

I disordini funzionali gastrointestinali nell’infanzia

Scopriamo insieme alla Dott.ssa Irene Pozzebon, Dietista, come risolvere i problemi legati ai disordini funzionali gastrointestinali nell’infanzia.

Quali sono i disordini funzionali gastrointestinali?

Nei bambini minori di 2 anni, i cosiddetti “disordini funzionali gastrointestinali” (FGID) comprendono uno spettro di sintomi gastrointestinali prolungati, ricorrenti ed età-correlati.

Questi sintomi non possono essere spiegati da una anormalità biochimica od organica e non possono pertanto essere diagnosticati con dei test specifici, ma solamente con l’osservazione.

Un bambino piccolo con un disordine funzionale gastrointestinale può portare a stress per tutta la famiglia a causa della preoccupazione dei genitori.

Spesso i genitori possono soffrire di sonno disturbato, difficoltà nella relazione genitoriale, aumento del rischio di depressione post-parto.

Queste motivazioni possono portare ad optare per l’introduzione precoce dei cibi solidi, l’interruzione precoce dell’allattamento al seno o il cambio repentino e frequente di tipologia di formula del latte artificiale, o ancora restrizioni alimentari non necessarie.

I più comuni disordini funzionali gastrointestinali nei bambini sono il rigurgito, le coliche e la stitichezza.

Il rigurgito

Il rigurgito è un involontario ritorno in bocca del contenuto gastrico, generalmente senza sforzo.

Il reflusso gastroesofageo è invece l’involontario passaggio del contenuto gastrico nell’esofago, spesso dovuto al rilassamento frequente dello sfintere esofageo (valvola muscolare locata tra esofago e stomaco).

Il rigurgito è il più comune disordine gastrointestinale nei neonati minori di 12 mesi.

Comunemente inizia intorno alla terza settimana di vita ed ha il picco di frequenza circa attorno al quarto mese, ma si risolve autonomamente entro il dodicesimo mese.

Fa parte del normale sviluppo del bambino e non va pertanto considerato una patologia.

Il rigurgito è diverso sia dal vomito che dalla sindrome da reflusso gastroesofageo, che comprende invece infiammazione e lesione della mucosa esofagea.

La diagnosi di rigurgito si ha quando, in un bambino che abbia un’età compresa tra 3 settimane e 12 mesi, vengono soddisfatti entrambi i criteri “Roma IV” (un compendio che raccoglie criteri diagnostici stabiliti da una commissione internazionale per definire la diagnosi e guidare il trattamento dei disordini funzionali gastrointestinali):

  • rigurgito almeno 2 volte al giorno, per almeno 3 settimane
  • non sono presenti conati di vomito, ematemesi, aspirazione, apnea, blocchi di crescita, difficoltà ad alimentarsi o a deglutire, o postura anormale.

Il genitore che sospetta rigurgito nel proprio bambino dovrà assicurarsi di:

  • continuare l’allattamento al seno oppure, se allattato artificialmente, diminuire il volume del latte (es. fare più pasti ma di minor volume)
  • tenere il bambino supino per dormire, con la testa sollevata quando sta mangiando, e in posizione laterale sul fianco sinistro quando è sveglio.

Non sono invece indicati gli addensanti alla formula o utilizzare formule addensate, così come l’utilizzo di formule parzialmente o estesamente idrolizzate in assenza di familiarità per allergia alle proteine del latte vaccino.

Le coliche infantili

Le coliche infantili sono un problema comune, diffuso in egual modo in tutti i bambini ed interessa 1 bambino ogni 6.

Le mamme lo reputano il problema più comune durante l’infanzia, anche se in realtà è una situazione abbastanza fisiologica che inizia all’incirca a 3 settimane di vita, ha un picco tra le 4 e le 6 settimane e si risolve verso il quarto mese.

Per fare diagnosi di coliche infantili, devono essere presenti tutte queste condizioni:

  • il bambino deve avere meno di 5 mesi
  • deve avere un pianto ricorrente e prolungato (almeno 3 ore al giorno per almeno tre giorni alla settimana, per almeno 3 settimane)
  • non devono essere presenti segni di altre malattie, febbre o difetti di crescita.

L’intervento nei bambini al di sotto dei 4 mesi con coliche è minimo: i genitori devono mantenere serenità e non preoccuparsi.

E’ importante incentivare l’allattamento al seno e prevenire l’ingestione di aria durante la poppata (se formula, accertarsi che la tettarella sia sempre piena di latte e non scuotere troppo il biberon; se allattamento al seno, accertarsi che tutto il capezzolo sia nella bocca del neonato).

Inoltre bisogna porre attenzione alla quantità e alla velocità di latte ingerito (prevenire l’eccesso così come il difetto).

Non sono necessari cambiamenti nel tipo di formula; in particolare le formule idrolizzate non sono indicate a meno che non ci sia il sospetto di allergia alle proteine del latte per familiarità.

Possono essere utili dei probiotici (L. Reuteri DSM 17938), se il bambino ha meno di 3 mesi, ma questa scelta va valutata insieme a un esperto in nutrizione infantile.

É invece utile incentivare il contatto fisico genitore-bambino.

La stipsi

La stipsi è piuttosto rara nei neonati, specialmente se allattati al seno.

E’ invece più frequente dopo i sei mesi, in corrispondenza all’introduzione dei cibi solidi, alla rimozione del pannolino o all’inizio della scuola dell’infanzia.

Per essere diagnosticata come stipsi, devono coesistere almeno due dei seguenti fattori per almeno un mese in bambini più piccoli di 4 anni:

  • 2 o meno defecazioni alla settimana
  • storia di ritenzione di feci
  • precedenti di evacuazioni di feci dolorose o molto dure
  • storia di evacuazioni di feci di grosse dimensioni (tanto da ostruire il water)
  • presenza di grande massa fecale nel retto

In media, un bambino dai 6 mesi ai 3 anni si scarica 1-3 volte al giorno, mentre oltre i 3 anni, circa 1 volta al giorno, ma ogni bambino ha la sua regolarità, proprio come gli adulti.

Le cause più frequenti di stipsi nei bambini allattati artificialmente sono:

  • una scorretta preparazione della formula, con insufficienti liquidi
  • un cambio dal latte al seno al biberon
  • l’utilizzo di una formula con eccessivi oli vegetali, in particolare olio di palma.

Altri fattori comuni anche ai bambini allattati esclusivamente al seno sono:

  • l’introduzione dei cibi solidi (non sempre accompagnata da sufficiente acqua e fibre)
  • medicinali
  • febbre e disidratazione
  • familiarità per stipsi
  • possibile allergia alle proteine del latte vaccino.

L’intervento contro la stipsi avviene promuovendo l’allattamento al seno, assicurandosi sufficienti liquidi, facendo massaggi al pancino ed il movimento della bicicletta con le gambine.

Non è necessario fare dei cambiamenti repentini di formula, ma può essere utile accertarsi che non contenga olio di palma e sia arricchita in magnesio e prebiotici.

L’aggiunta di probiotici nella formula è consigliato solo ai bambini maggiori di 6 mesi (Lactobacillus Casei Rhamnosus LCR35 8×10^8), ma va valutato da uno specialista.

Anche l’uso di lassativi è dibattuto: se per bambini maggiori di un mese la prima scelta è il lattulosio.

A chi rivolgersi

L’articolo è a cura della Dott.ssa Irene Pozzebon, Dietista.

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