L'approccio responsivo all'alimentazione dei bambini
Nutrizione, Pediatria

Alimentazione dei bambini: l’approccio responsivo

La Dott.ssa Irene Pozzebon, Dietista, ci spiega cosa si intende per “approccio responsivo” al pasto nell’alimentazione dei bambini.

Le abitudini alimentari nei bambini

L’età pediatrica è luogo di apprendimento su diversi fronti, tra cui anche quello alimentare.

Attraverso gli alimenti, i bambini imparano a conoscere il mondo, usando tutti e 5 i sensi: i cibi si gustano, si annusano, si toccano, si guardano e se ne ascolta il rumore fuori e dentro la bocca.

Attraverso la quotidianità ed il susseguirsi dei pasti, i bambini acquisiscono una routine alimentare e delle abitudini che hanno un significativo effetto sulla salute; le abitudini alimentari (cosa, quanto, come e quando si mangia) influiscono infatti sullo sviluppo del bambino, e sulla salute a breve e lungo termine.

Seguire corrette abitudini alimentari fin da piccoli permette infatti di ridurre il rischio di:

  • obesità
  • ritardi di crescita
  • deficit nutrizionali
  • disturbi alimentari nei bambini
  • patologie degenerative dell’età adulta come il diabete, l’ipertensione ed i tumori.

Genitore provvede, bambino decide

La modalità di approccio responsivo al pasto è tanto importante quanto la qualità degli alimenti che portiamo in tavola.

Le modalità con cui i genitori propongono gli alimenti al bambino influenzano le preferenze alimentari e la relazione che il bambino costruisce con il cibo, e che verosimilmente si protrarrà nella crescita.

Al genitore spetta il ruolo di “provvedere” al pasto, al bambino spetta il ruolo di “decidere” cosa e quanto mangiare.

Il contesto

La prima cosa a cui il genitore si preoccupa di provvedere è il contesto:

  1. stabilisce orari regolari nei quali servire i pasti
  2. stabilisce il luogo ovvero la tavola attorno alla quale tutti i membri assieme si siedono
  3. evita di avere distrazioni come TV, computer, libri e smartphone.

L’esposizione

Al genitore spetta il ruolo di provvedere a proporre ad ogni pasto una limitata gamma di cibi nutrienti per creare un pasto completo per tutta la famiglia, limitando l’accesso a cibi molto salati, dolci, fritti, confezionati.

Sarà poi compito del bambino decidere cosa mangiare e quanto.

Non è infatti necessario che il bambino consumi tutta la porzione di cibo che viene proposta, ma va bene anche solo un assaggio.

Un cibo che viene proposto per la prima volta al bambino può avere bisogno di 10-15 assaggi prima che venga accettato, e addirittura oltre 20 volte se il bambino ha più di due anni.

Meglio proporre un nuovo alimento all’inizio del pasto.

E’ importante che il genitore non si avvilisca di fronte al rifiuto di un cibo, perché ci possono essere centinaia di motivazioni per le quali il bambino non voglia mangiarlo, e non per forza perché non di suo gradimento.

Il nutrire responsivo

Qualche esempio pratico di approccio responsivo:

Gli alimenti vanno proposti in modo positivo, senza mai ricorrere a coercizioni, ricatti, premi o alternative nel caso in cui ci sia un rifiuto.

Il rifiuto di un cibo è da accettare senza preoccupazioni, così come non deve preoccupare la quantità che viene mangiata: l’idea di porzione che ha in mente il genitore non per forza è la quantità di cui ha bisogno il bambino in quello stesso momento.

Il genitore incoraggia l’autonomia del bambino nel servirsi, accettando anche il disordine, specialmente con bimbi più piccoli, dove è importante che il cibo possa essere preso in autonomia anche con le mani.

Inoltre, meglio evitare le interruzioni, come pulire la faccia, prima che sia terminato il pasto.

Esempio positivo

Il genitore diventa un modello di riferimento per il bambino.

I genitori ricoprono un ruolo di grande responsabilità educativa anche in ambito alimentare: loro in primis dovrebbero imparare a seguire abitudini alimentari corrette, perché diventino la routine di tutta la famiglia, consumando una alimentazione varia e completa di ingredienti sani e poco elaborati.

A chi rivolgersi

L’articolo è a cura della Dott.ssa Irene Pozzebon, Dietista.

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