Cibi sani e Mindful Eating
Nutrizione

Mindful Eating: Riscoprire una Sana e Gioiosa Relazione con il Cibo

La Mindful Eating, o alimentazione consapevole, è un approccio al cibo che invita a vivere pienamente ogni boccone con attenzione e presenza.  Ci invita a riscoprire i segnali del corpo e le emozioni legate all’alimentazione per ristabilire una relazione sana e piacevole con il cibo.

Basata sulla meditazione mindfulness, la Mindful Eating è al centro del lavoro di Jan Chozen Bays, medica e insegnante zen, autrice del libro “Mindful Eating: Per riscoprire una sana e gioiosa relazione con il cibo”. Il suo approccio si fonda sull’identificazione di nove tipologie di fame, che influenzano le nostre scelte alimentari, ciascuna legata a una diversa dimensione sensoriale o emotiva.

Cos’è la Mindful Eating?

Mangiare consapevolmente significa prestare attenzione a cosa mangiamo, come mangiamo e a come ci sentiamo mentre mangiamo. Invece di mangiare automaticamente o per abitudine, la Mindful Eating ci invita a ascoltare il corpo, riconoscere le emozioni legate al cibo e godere appieno dell’esperienza del pasto. Questo approccio allontana ansie e sensi di colpa tipici del mondo delle diete, intese ormai comunemente come “restrizioni” e non più nel significato di “stili di vita alimentari”. La Mindful Eating promuove un’osservazione attenta e senza giudizio, valorizzando il piacere del cibo come alleato per ritrovare l’armonia con il proprio corpo — un corpo che può stabilizzarsi nel suo peso naturale, quello più adatto alla fase di vita e alle caratteristiche uniche di ciascuno.

Le 9 tipologie di fame secondo la Mindful Eating

Secondo il programma ME-CL, la mindful eating riconosce nove diverse tipologie di fame, ciascuna delle quali influisce sulle nostre scelte alimentari e sul modo in cui viviamo il rapporto con il cibo.

Fame degli occhi

È stimolata dalla vista del cibo. Un piatto colorato o un impiattamento curato possono soddisfare questa fame. Hai mai notato quanto cambia il gusto quando il cibo è anche bello da vedere?

Fame del tatto

Riguarda il desiderio di sentire la consistenza del cibo: croccantezza, morbidezza, cremosità… Nasce non solo dalle mani, ma anche dalla bocca che, per mezzo di labbra, lingua e palato, sa percepire queste caratteristiche. In alcune culture, poi, si mangia molto spesso con le mani. Tu quali cibi mangi principalmente con le mani? Noti un piacere diverso?

Fame delle orecchie

I suoni influenzano il nostro rapporto con il cibo: il “crunch” delle patatine, lo sfrigolio dell’olio in padella, o il rumore dell’acqua che bolle. I suoni percepiti nelle cucine, ma anche il suono del cibo nella nostra bocca ha una forte influenza nella fame delle orecchie. Quando mangiamo in un ambiente caotico, rumoroso e con la musica molto alta l’esperienza piacevole del cibo può essere alterata.

Fame del naso

L’aroma del caffè mattutino, il profumo del pane caldo, il basilico d’estate… L’olfatto ha un potere evocativo e stimolante fortissimo sull’appetito. O al contrario l’odore può farci passare la voglia di mangiare un determinato cibo: i cavoli bolliti, l’odore del pesce o dei formaggi stagionati… Ognuno di noi ha percezioni olfattive diverse legate anche ad abitudini culturali.

Fame della bocca

È legata al gusto e alla ricerca di piacere. Spesso scegliamo cosa mangiare per abitudine o per ricordi. Unire queste sensazioni ad un lavoro di ascolto del senso di sazietà e delle motivazioni per cui scegliamo un cibo piuttosto che un altro ci aiuta a rallentare, a sentire cosa stiamo mangiando, a scoprire l’appagamento e a fermarci, quando avvertiamo lo stimolo della sazietà.

Fame dello stomaco

È la fame fisiologica: il segnale naturale che il corpo invia quando ha bisogno di nutrimento. Questa è la fame più riconoscibile, ma spesso mangiamo per abitudine, stress o noia. Riconoscere i segnali dello stomaco ci aiuta a mangiare in modo più equilibrato.

Fame cellulare

È il bisogno profondo del corpo di ricevere nutrienti adeguati per vivere in maniera sana svolgendo tutti i suoi meccanismi biologici al meglio. Si tratta di una fame innata e naturale ma non sempre facile da assecondare e riconoscere. Ascoltarla richiede un percorso di consapevolezza riconnettendosi alla saggezza interiore e imparando ad ascoltarsi in maniera profonda, senza giudizi.

Fame della mente

È legata a pensieri, ricordi, convinzioni, diete, regole. Mangiamo perché “dovremmo” o “non dovremmo”. Questa fame spesso si nutre di giudizio.

Fame del cuore

È la fame emotiva: quella che compare in momenti di tristezza, solitudine, noia, gioia, ansia… Il cibo come consolazione. Il cibo ha una valenza consolatoria ma per soddisfare davvero la fame del cuore è importante capire che cosa ci vuole comunicare nel profondo. Non va giudicata, ma accolta e gestita nella maniera più appropriata.

Mindful Eating: un approccio senza giudizio

Quando mangiamo consapevolmente, impariamo a distinguere quando il nostro corpo ha realmente bisogno di nutrimento e quando invece stiamo mangiando per altre ragioni. Attraverso l’auto osservazione e il non giudizio, possiamo imparare a rispondere in modo più sano ai segnali che il nostro corpo ci invia. Nessuna fame è sbagliata: ognuna porta con sé un messaggio. Allenarsi alla consapevolezza, un pasto alla volta, può migliorare il benessere fisico, emotivo e psicologico.

Integrare la Mindful Eating con un’alimentazione equilibrata basata sul Modello Mediterraneo aiuta a sviluppare un’alimentazione nutriente e sostenibile nel tempo, imparando a vivere il cibo come fonte di piacere, libero da sensi di colpa.

Vuoi approfondire?

Un ottimo punto di partenza è il libro di Jan Chozen Bays “Mindful Eating. Per riscoprire una sana e gioiosa relazione con il cibo”.

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